Radio Fantastica 92.0 FM Ponsacco Ascolta dal vivo
- Radio Kiss Kiss
- Radio Monte Carlo 2
- RTL 102.5 Romeo Juliet
- RTL 102.5 Radio Zeta l’italiana
- Radio Gamma Puglia
- 106.7 Radio Italia
- RTL 102.5 Classic
- Radio Pico
- Radio Pico Classic
- Radio Ibiza
- Radio Ciao
- Radio Studio Delta
- RTL 102.5
- Lady Radio
- Radio Iglesias
- Radio Norba
- Virgin Radio
- Radio Marte
- Radio Onda Rossa
- Radio Effe Italia
- Radio Gamma Stereo
- Radio DeeJay
- Rete Sport
- Radio Cuore
- Dimensione Radio
- Radio 105
- Radio Monte Carlo
- Rai Iso Radio
- Rai Radio 8 Opera
- Rai Radio 7
- Rai Radio 6 Teca
- Rai Radio 5 Classica
- Rai Radio 4
- Rai Radio 3
- Rai Radio 2
- Radio Fantastica
- Radio 24
- RAI Radio 1
- Radio Studio Emme
- Radio Company
- Radio Nostalgia Liguria
- Tele Radio Stereo
- Radio Maria
- Radio Subasio+ 88.7
- Radio Globo
- Antenna 1 Roma
- Anni 60
- Centro Suono Sport
- R101
Radio Fantastica 92.0 FM Ponsacco in linea
Radio Fantastica 92.0 FM Ponsacco, Ascolta Radio Fantastica 92.0 FM Ponsacco diretta FM Online, Radio Fantastica 92.0 FM Ponsacco radio streaming On air…
45
Aggiungi al tuo sito.
Andai con lui a Le Mans nel . Aveva il sorriso stampato in faccia quando salimmo sull’aereo. Era veramente emozionato. Era partito per battere gli europei. Sul loro stesso territorio. Andammo bene durante le prime prove. Sentivamo che le auto erano davvero formidabili a Daytona e a Sebring. Nelle settimane a venire, ci aspettavamo di continuare a vincere. Sembrava che per ogni successo, ricevessimo anche delle delusioni. La prova di Le Mans nel . Pioveva molto. Quando piove, non c’è nulla da fare. Non si batte nessun record su pista quando piove. Avevamo già capito che per essere veloci sotto la pioggia servivano le gomme giuste. Walter Hansgen guidava una GT Mark II. Miles, che era un pilota fantastico anche su pioggia, era già nei box. Disse di far rientrare Walter, sta rischiando troppo là fuori. Non dobbiamo andare più veloci perché piove. Carroll Smith provò a rallentarlo. Era come se si rifiutasse di andare nei box. Continuava a girare. Infine, al termine del rettilineo, proprio sulla curva di destra, andò dritto. Ma è una corsa in auto. Quando alcuni piloti salgono in auto danno il loro massimo. Queste cose sono inevitabili. Perse il controllo. E questo lo uccise. Ridusse quella GT in una pallina. Era come se non fosse neanche di acciaio. L’auto si accartocciò su di lui. Ora i giri preliminari sono finiti e la Le Mans è in corso. La Ford ha portato otto GT Mark II. La Ferrari ha sette auto. È tutto pronto. Il sarà l’anno della resa dei conti tra Ford e Ferrari. Ford andò a Le Mans con una gorilla da chili. Ma è risaputo, nei due anni precedenti avevano perso a Le Mans. Infatti nessun’auto aveva mai terminato Le Mans. Anche se avrei detto che erano i più favoriti, non credo che la gente puntasse su di loro. Avevamo una strategia e pensavamo che l’unico modo per battere le Ford fosse quello di andare sempre avanti e, sin dall’inizio della gara, guidare come a un Grand Prix. Perché tutti i piloti delle Ford guidavano veloci. E non si sarebbero tirati indietro. Avrebbero fatto un tentativo. Ma c’era la possibilità che avremmo potuto sconfiggere le Ford. Ecco la scuderia Ferrari. L’auto numero doveva essere guidata dall’inglese John Surtees. Ma prima dell’inizio della gara abbiamo saputo che non l’avrebbe guidata e gli abbiamo chiesto spiegazioni. Sì, purtroppo avete sentito bene. Non guiderò. Qual è il motivo? Beh, immagino che è meglio riassumerlo a questo punto dicendo “ragioni politiche”. Quando sono tornato per la gara, Dragoni mi ha detto: “Abbiamo dovuto cambiare la politica perché ci sarà qui il sig. Agnelli Radio e vorrebbe che suo nipote, Scarfiotti, iniziasse la gara”. Dissi che era ridicolo. Quell’anno avevamo fatto un paio di mosse che ci avevano fatto perdere le gare per pura strategia. Quindi tornai da Ferrari e gli dissi che ne avevo abbastanza, che non mi sarei fatto trattare così. Dissi che ero lì per vincere. Me ne tirai fuori. Surtees fu una vittima delle politiche interne. E fu un altro pilota che se ne andò. Come fece Phil Hill. Non importava quanto vincessi. Per alcune persone, persone importanti all’interno del team